“Amo la fotografia e il giornalismo perché mi danno modo di partecipare alla vita e alla storia del paese”
Thomas Cristofoletti
Originario di Riva del Garda, in provincia di Trento, Thomas Cristofoletti è un giornalista multimediale freelance residente in Phnom Penh dal 2012. Dopo il diploma in Design e Comunicazione Visiva per Pubblicità presso lo IED (Istituto Europeo di Design) a Milano, lavora come Direttore Artistico prima a Milano e poi a Madrid. Visita la Cambogia per la prima volta nel 2010 e due anni dopo decide di trasfervisi definitivamente. Abbiamo oggi il piacere di incontrarlo per sapere della sua passione per la fotografia e della sua esperienza del Paese.
Ciao Thomas, come hai incontrato la Cambogia?
Per la prima volta nel 2010, ho accettato un progetto per una onlus in Cambogia. Durante questa prima permanenza mi sono purtroppo ammalato di dengue, ma questo stop forzato mi ha permesso di entrare in contatto con l’ambiente della fotografia e del giornalismo a Phnom Penh. Nel 2012 sono nuovamente tornato Cambogia e, unendo la mia passione per la fotografia a quella per i viaggi, mi sono rimesso in gioco e ho deciso di diventare un giornalista multimediale professionista.
In cosa consiste il tuo lavoro?
In generale mi potrei definire un fotoreporter e videomaker freelance: mi occupo di giornalismo, circa un 20% del mio lavoro, e di videomaking. Collaboro soprattutto con agenzie governative, onlus internazionali e locali. Ho anche fatto qualche lavoro commerciale ma non è il mio settore, preferisco incarichi “a valore aggiunto”.
Cosa ami della Cambogia e dello stile di vita dei Cambogiani?
La qualità che ammiro di più nei Cambogiani è la resilienza. Nonostante abbiano vissuto periodi storici recenti molto difficili trovano sempre un modo per sorridere e andare avanti. Un’altra cosa che adoro è la qualità di vita a Phnom Penh che, rispetto alle altre capitali della regione, è decisamente più alta. Inoltre, la Cambogia è “facile”. Tutto qui è molto più accessibile e a misura d’uomo rispetto a città come Manila o Bangkok.
C’è qualcosa alla quale fatichi più ad abituarti?
A volte, nel lavoro e nella vita in Cambogia, ho riscontrato una differenza di mentalità. Qui le persone sono molto gentili ed accomodanti, a volte al punto che preferiscono compiacere la persona che hanno davanti anche se le loro bugie bianche potrebbero portare a ritardi o incomprensioni. Inoltre, vivono la vita in modo molto tranquillo e quindi gli capita di dimenticare dettagli che però, per il loro interlocutore potrebbero essere molto importanti. Da una parte questa empatia e tranquillità sono positive, dall’altra credo che il loro atteggiamento mette un po’ alla prova la pazienza delle persone.
Parlando sempre di abitudini, hai una giornata tipo?
Lavorando come freelance la mia giornata tipo cambia in base alle richieste e esigenze dei clienti. Le mie giornate sono principalmente di due tipi: quando sono fuori, sul campo, per un lavoro oppure quando sono a casa per editare materiale o ricercare storie da sviluppare.
Cosa fai, invece, nel tuo tempo libero?
Prima del COVID, passavo circa sei mesi in Cambogia e sei fuori dal paese per lavoro, con una media di 70 voli all’anno. Il tempo libero era ben poco. Il momento in cui godevo della mia libertà era proprio il viaggio in ogni sua fase: dalle attese in aeroporto, alle ore in volo e, per finire, l’arrivo in un altro posto alla scoperta di mondi sempre nuovi. Inoltre, ad ogni viaggio di lavoro ho sempre cercato di far coincidere del tempo in cui visitare posti vicini alla mia meta lavorativa. Adesso che i viaggi sono molto limitati… ho iniziato a fare yoga!
Hai delle abitudini italiane a cui non hai rinunciato?
Una delle abitudini a cui non riesco a rinunciare è il caffè. Anni fa, nonostante il gran numero di bar, era un problema riuscire a trovare un buon espresso in Cambogia. Oggi, invece, data la crescita urbana e la spiccata internazionalizzazione di Phnom Penh riesco a reperire molti prodotti italiani.
Hai uno o più posti del cuore in Cambogia?
Il mio lavoro mi ha portato a visitare posti incredibili, molti dei quali mi sono rimasti dentro. I miei preferiti sono due: Sambor Prei Kuk: un complesso di templi pre-Angkor immersi nel verde della foresta e situati vicino a Kampong Thom e le cascate mozzafiato nella zona delle “Four Thousand Island” del fiume Mekong, ai confini con il Laos.
Dove ti vedi nel tuo futuro? In Cambogia, Italia o…
Difficile dirlo, soprattutto a causa del COVID. Spero di poter tornare presto a viaggiare edesplorare il resto del mondo ma con un occhio fisso all’Asia e, in particolare, alla Cambogia.