Storie di successo di aziende italiane in Cambogia raccontate dai protagonisti
Khmer Green Charcoal azienda leader nel Sud Est Asiatico per la produzione di carbonella sostenibile, è un fiore all’occhiello nel settore dell’energia sostenibile in Cambogia ed è figlia dello spirito creativo, innovativo ed imprenditoriale italiano. Ci racconta la sua storia di successo Francesco Carocci, project manager di KGC.
Francesco: Il fondatore di KGC, Carlo Figa’ Talamanca, è italiano ed ha creato KGC da un evento apparentemente sfortunato. Ce lo racconta? Inizialmente Carlo fu assunto qui in Cambogia come consulente per GERES (Group for the Environment, Renewable Energy and Solidarity), una non-profit specializzata nel clean cooking, e per PSE (Pour un Sourire d’Enfant), una non-profit di supporto alla comunità. Il progetto seguito da Carlo aveva uno sfondo sociale: creare carbonella eco- sostenibile per ridurre la deforestazione e la povertà nel paese. I fondi per il progetto però finirono e le due ONGs stavano per chiudere la fabbrica. Qui entra in gioco Carlo . Nel 2012 decide di rilevare il progetto e investe i suoi risparmi per farlo ripartire. Da lì nasce KGC .
Che strategie sono state usate per risollevarne le sorti? Siamo passati subito dal non-profit ad un modello business d’impresa sociale. Fondi ricevuti da donatori internazionali ci hanno permesso di espandere la capacità produttiva e la fabbrica stessa. La capacità imprenditoriale di Carlo in particolare è stata un fattore essenziale del successo.
Chi è oggi KGC nel contesto economico locale? Oggi siamo leader per la carbonella sostenibile non solo in Cambogia ma nel Sud Est Asiatico. Dalle 4 tonnellate di carbonella prodotte al mese nel passato, oggi riusciamo a produrne 4 al giorno! Diamo anche lavoro a 45 dipendenti cambogiani, di cui 35 operai in fabbrica e i restanti impiegati in attività amministrative.
Qual è il ciclo di produzione della vostra carbonella?
- Si parte dal guscio delle noci di cocco. Le compriamo da piccoli fornitori locali che a loro volta le acquistano come merce di scarto nei mercati locali e ce le rivendono aggiungendo un piccolo margine.
- Carbonizziamo le noci di cocco e riduciamo il carbone di cocco in polvere. Mescoliamo la polvere con un collante naturale, la farina di cassava mischiata ad acqua, e successivamente comprimiamo la miscela in blocchetti.
- Nella maggior parte del mondo i mattoncini (char-briquette) vengono asciugati al sole, processo che richiede molto tempo e soprattutto molto spazio. Noi abbiamo inventato un nuovo procedimento: un asciugatore che usa il calore delle nostre fornaci e che può seccare la carbonella nel giro di una giornata.
- Infine, la carbonella viene impacchettata in sacchi di materiale riciclato ed è pronta per la distribuzione.
- Potete vedere qui il video della produzione in fabbrica .
A che mercato si rivolge KGC? In questa parte del mondo la carbonella è ampiamente utilizzata per cucinare. Le fasce meno abbienti usano il carbone in assenza di una cucina attrezzata. È molto usata anche dai venditori di cibo di strada. Altri la comprano per il barbecue a casa, altri ancora per i ristoranti. Dunque il nostro è un prodotto democratico alla portata di tutti: privati, ristoranti di lusso o street food.
Qual è il vostro vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza ? Il mercato cambogiano non è ancora molto sensibile a temi legati alla sostenibilità, per cui si rivolgono a noi perché il nostro prodotto è di alta qualità e costa come la carbonella tradizionale. La nostra carbonella è anche più salutare: brucia più a lungo al contempo producendo meno fumo e scintille.
Qual è il vostro canale di distribuzione? Noi vendiamo tipicamente a distributori, che poi smerciano in negozi, centri commerciali, e supermarket. È possibile comprare i nostri prodotti anche direttamente qui in fabbrica.
Riuscite a bilanciare redditività e sostenibilità? Si, è una necessità per restare sul mercato. Per essere competitivi, vendiamo la nostra carbonella sostenibile allo stesso prezzo di quella normale, che è molto economica in Cambogia (35 centesimi al Kg). Questo naturalmente fa sì che i nostri margini siano limitati ma, nel il corso degli anni, abbiamo sempre aumentato la nostra efficienza e ridotto i costi di produzione, riuscendo a trovare il giusto equilibrio tra sostenibilità e redditività.
Alcuni finanziamenti ricevuti da donatori internazionali ci permettono anche di intraprendere progetti di sviluppo paralleli al core business ed esplorare nuovi mercati sempre con un occhio alla sostenibilità. Ad esempio, la nostra carbonella può essere usata in appositi vasi per scaldare i pulcini nelle fattorie in campagna. Il calore, infatti, riduce la mortalità dei pulcini aumentando la redditività di questa attività per gli allevatori.
KGC è impegnata su più fronti di Corporate Social Responsibility, ci racconti qualche risultato?
Il nostro impegno nella produzione di carbonella eco-friendly ci ha permesso di vincere nel 2019 il premio CSR Award per le piccole medie imprese della Camera di Commercio Europea in Cambogia.
- Offriamo a tutti i nostri dipendenti standard lavorativi occidentali, anche se non richiesti dalla legislazione del lavoro cambogiana: dalla copertura assicurativa al pagamento di incentivi e bonus legati alla puntualità e presenza sul posto di lavoro.
- Paghiamo gli stipendi in due rate mensili, per aiutarli a fronteggiare le piccole spese mensili.
- Come sostegno specifico alle dipendenti donne, offriamo il congedo di maternità e le aiutiamo ad accedere a micro prestiti facendo da garanti.
- Questi sono tutti elementi che aiutano sia i dipendenti che, indirettamente, l’azienda stessa.
- Abbiamo anche una partnership con PSE (Pour un Sourire d’Enfant), ONG che offre sostegno educativo e corsi di formazione a bambini provenienti da aree svantaggiate. Noi abbiamo assunto alcuni genitori di questi bambini ad una condizione: che mandino i figli a scuola.
Affrontiamo il tema sempre attuale della pandemia. Come ha impattato la vostra azienda? Agli inizi della pandemia, nel marzo 2020, abbiamo subito una grossa diminuzione degli ordini. Abbiamo anche deciso di chiudere la fabbrica per un paio di giorni, per riorganizzare i flussi lavorativi in condizioni di sicurezza. Nei mesi successivi, soprattutto dalla riapertura dei ristoranti, abbiamo ripreso le nostre attività. Oggi siamo quasi tornati a un livello di vendita mensile simile a quello precedente alla pandemia.
Quali consigli dare a chi volesse investire in Cambogia? Aprire un business in Cambogia è più facile che in altri paesi del mondo. È un paese dinamico, in crescita, con una classe media in aumento. Suggerirei di iniziare con una visione a lungo termine; di confrontarsi con la presenza della Cina, attore sempre più importante nel mercato cambogiano; e di avere una persona di fiducia che conosca il paese e che possa aiutare a condurre il business.
Infine, che prospettive vede per il futuro post-pandemia? Credo in un futuro positivo sia per la nostra azienda che per il paese in generale, dove non mancheranno opportunità.
Articolo di Francesca Danni
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