D.B. Group intervista di Giuseppe de Peppo

D.B. Group è un’eccellenza italiana che da oltre quarant’anni si occupa di spedizioni internazionali, consulenza doganale e logistica.
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D.B. Group è un’eccellenza italiana che da oltre quarant’anni si occupa di spedizioni internazionali, consulenza doganale e logistica. Con 48 filiali nel mondo, D.B. Group è in costante crescita, anche nel Sud Est Asiatico. Con l’apertura di una sede a Phnom Penh in Cambogia,  D.B. Group mette a fattore comune le competenze dell’imprenditorialità italiana con l’esperienza e la cultura locale

Ci racconta la storia di successo dell’azienda e dell’esperienza in Cambogia, Giuseppe de Peppo, Responsabile Regionale Sud – Est Asiatico, con base in Thailandia.

Ogni azienda ha dietro di sé un’idea che i suoi fondatori volevano realizzare. Qual è il progetto dietro a D.B. Group?

D.B. Group nasce nel 1980, quando i fratelli Vittorino e Valter De Bortoli decidono di avviare una società di trasporti a Montebelluna, in provincia di Treviso. La vocazione internazionale e la voglia di crescere all’estero li spingono ben presto a vendere i mezzi di proprietà e a concentrarsi sui mercati oltreoceano, come il Giappone e gli Stati Uniti. Il sogno dei fondatori è sempre stato quello di creare un network di uffici che non dormisse mai. D.B. è l’acronimo del cognome dei due fondatori che hanno scelto di accorciarlo per facilitarne il ricordo anche all’estero.

Nonostante i 600 dipendenti resta un’azienda fedele alle origini, il cui obiettivo è ancora e sempre quello di ampliare e migliorare i propri servizi, andando a comprendere le esigenze dei clienti e le tendenze di mercato.

Quali fattori vi hanno portato al successo?

Senza dubbio la vision dei due fratelli fondatori Valter e Vittorino De Bortoli è stata essenziale per il successo di D.B. Group che oggi fattura 200 milioni di dollari. Ma anche la capacità di scegliere le persone giuste, come Silvia Moretto, persona esterna alla famiglia ma cresciuta in azienda, con una profonda conoscenza del settore ed eccellenti capacità manageriali, nominata Amministratore delegato del Gruppo nel 2009. Entrambi i fratelli sono ancora presenti e attivi in azienda mentre la seconda generazione li sta affiancando nel consiglio di amministrazione con deleghe specifiche.

Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto ad investire in Cambogia?

La Cambogia è un paese che ha le possibilità per crescere. Si trova all’interno del Sud Est Asiatico con una localizzazione strategica per i flussi dei mercati a livello mondiale; gode di uno sbocco portuale su mare, con il porto di Siahanoukville, e su fiume con il porto di Phnom Penh.

Giuseppe De Peppo

A che mercato vi rivolgete?

In Cambogia seguiamo sia clienti locali che importano, sia aziende estere che producono in Cambogia ed esportano la produzione. Lavoriamo molto con il settore dell’abbigliamento manifatturiero e della calzatura, con una clientela anche nel segmento del lusso.

Quali sono i tre mercati chiave per la vostra azienda?

L’Italia, gli Stati Uniti e la Spagna sono i primi 3 mercati di export per la nostra azienda.

Che servizi offrite ai vostri clienti in Cambogia?

Seguiamo spedizioni marittime e aeree, attività di import – export e di dogana insieme alla parte relativa alle consegne con il supporto del branch office di Phnom Penh. Offriamo un supporto a 360°, affiancando i nostri clienti in ogni fase delle spedizioni e delle operazioni logistiche e doganali.

Ci occupiamo anche di triangolazioni. Ad esempio, se un cliente tailandese compra dall’Italia e a sua volta rivende le merci in Cambogia, grazie al coordinamento tra i nostri uffici la sua merce non transiterà in Thailandia ma direttamente nel paese di destino.

Offriamo anche un servizio di report: monitoriamo il carico durante tutta la spedizione, per prevenire furti durante il trasporto.

Qual è il vostro vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza in Cambogia?

Il nostro valore aggiunto consiste nell’avere un ufficio sul territorio, sicuramente un biglietto da visita non indifferente. Molti spedizionieri hanno agenti in Cambogia ma non una sede. Grazie alla presenza in loco, abbiamo una migliore conoscenza dei luoghi e riusciamo ad avere rate e rapporti migliori con la dogana.

Ci racconta come funziona il vostro processo di logistica?

Per farci capire da chi non è del settore, noi lavoriamo come un’agenzia di viaggi, siamo degli intermediari nell’organizzazione di processi di logistica. Architetti del trasporto è forse la definizione che aiuta a capire le nostre competenze. Noi aiutiamo i clienti a navigare la complessità dei processi di spedizione – prenotazione, regolamentazioni, dogana- e ci facciamo carico dei rischi annessi. Mettendo insieme i booking di più clienti riusciamo inoltre ad avere un potere di negoziazione più alto. Non possediamo mezzi di trasporto ma prenotiamo spazi alle compagnie aeree, marittime e terrestri con le quali abbiamo relazioni di lunga durata. Possediamo invece magazzini in alcune destinazioni per stoccare i materiali o gestire direttamente le attività di logistica.

Considerato che oggi l’economia mondiale presta attenzione ai parametri di sostenibilità e rispetto dell’ambiente, come si sta muovendo la vostra azienda?

Le attività di Corporate Social Responsability sono importanti per la nostra azienda. Ogni giorno cerchiamo di implementare delle azioni concrete che possano permettere una crescita sostenibile non solo della nostra azienda ma del mercato in generale.

Ad esempio, nel 2020 in occasione del quarantesimo anniversario dell’azienda abbiamo regalato a tutti i dipendenti un albero. Sono stati piantati 1030 alberi in 3 paesi, Cameroon, Tanzania, Kenya ed Haiti, riducendo le emissioni di CO2 di -147 mila kili.

Quali sono le sfide nel lavorare qui in Cambogia?

raccordi stradali sono ancora carenti. Per esempio, i 242.5 km dal porto di Sihanoukville a Phnom Penh richiedono 8 – 9 ore di viaggio in camion. La dogana cambogiana, come tutte le dogane asiatiche, è complessa. Con regole stringenti sull’import, più flessibile sull’export

E le opportunità?

Siamo in pochi nel nostro settore: le aziende di spedizioni, che operano a livello internazionale, in Cambogia sono meno di dieci. La Cambogia è un paese ad alto potenziale, può ancora crescere e svilupparsi.

Ha una popolazione giovanissima ed in crescita, si creerà a breve una classe media con nuovi bisogni da soddisfare. Rispetto all’Italia ci sono meno barriere all’entrata e procedure burocratiche più snelle nell’aprire un business.

Cosa ne pensa delle sanzioni della Comunità Europea riguardanti l’accordo Everything But Arms (EBA)?

Se applicate in pieno, potrebbero spingere a molte aziende europee a spostare le loro attività altrove causando grandi disinvestimenti nel paese. Rappresentano un’ulteriore sfida, sia per le aziende già presenti in loco, sia per le aziende che vorranno investire nel paese in futuro. Per la Cambogia l’Europa è fondamentale, sarebbe un problema perderla.

Affrontando il tema sempre attuale della pandemia. Come ha impattato la vostra azienda?

Il settore dei trasporti ha sofferto meno di altri la pandemia: la logistica è sempre stata in prima linea per consentire l’approvvigionamento dei prodotti a livello mondiale. Abbiamo però dovuto adattare il nostro stile lavorativo, imparando a lavorare esclusivamente da remoto. Già utilizzavamo lo smart-working, ora però anche le riunioni tra i nostri uffici regionali avvengono esclusivamente tramite video call.

Può dare 3 consigli pratici da adottare per chi volesse aprire un’azienda in Cambogia?

Suggerirei di rivolgersi ad un buon avvocato soprattutto per le pratiche iniziali.

Di saper tenere l’attività in perfetto ordine in quanto vi sono controlli annuali. Di non cercare scorciatoie ma cercare di fare tutto by the book. Infine, di investire e lavorare sulle risorse umane cercando di creare valore con le persone.

Infine, che prospettive vede per il futuro post-pandemia?

Quando la pandemia finirà dovremmo sperimentare un rialzo nei consumi quindi nuove opportunità di mercato. La Cambogia sarà un interessante posto per investire. Non c’è grande presenza di aziende internazionali, la competizione è minima, c’è ancora spazio per nuove aziende.

✍️ Francesca Danni

📷 D.B. Group

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